A sud di Venezia, lungo il canal Orfano, in quel tratto della laguna fra la serenissima e il porto di Malamocco, è oggi un’isola disabitata, non aperta ai turisti e abbandonata all’erosione che ne riduce ogni giorno di più il territorio, ma non è sempre è stato così e Poveglia ha avuto i suoi giorni di gloria a partire dal secolo 800, quando in seguito all’uccisione del tredicesimo doge di Venezia Pietro Tardonico, accolse le famiglie dei 200 servi a lui più fedeli per concessione del doge Orso I.
L’isola crebbe fino alla guerra di Chioggia, scoppiata nel 1379 fra le due repubbliche marinare di Genova e Venezia, quando, per la sua posizione strategica, venne sfruttata come avamposto militare e i suoi abitanti furono “cortesemente invitati” ad abbandonarla, per lasciare posto alle strutture militari.
Da allora, la storia di Poveglia si tinge di nero: migliaia di persone sembra siano state bruciate e sepolte in questo luogo, in seguito alla peste nera e, per questo, si racconta che il suo terreno sia costituito per il 50% di ceneri umane.
Alla fine del 1800 la zona divenne la sede di un ospedale psichiatrico, ma la struttura fu usata più come luogo di esilio che di riabilitazione e si racconta che, nel 1930, un medico eseguisse nella struttura strani esperimenti sui malati, che impazzì e si gettò dalla torre del manicomio.
E molti affermano che, talvolta, si sentano i rintocchi della campana dell’edificio, anche se è stata rimossa da tempo.
Visitarla “ufficialmente” non è possibile, ma c’è chi si avventura con barche prese a noleggio sfidando l’oscura atmosfera dell’isola, considerata tra i luoghi più spaventosi d’Italia.
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